Telecamere di videosorveglianza finte, con cavo di uscita finto, led finti, wireless finto, motorizzazione finta e pannello solare finto. Vi chiederete, cosa c’è di vero? La possibilità di reato.
Molte aziende pensano che installando finti dispositivi di videoripresa abbiano trovato un modo innocuo per svolgere quella funzione di deterrenza al crimine che le statistiche attribuiscono alla presenza di questi impianti elettronici (veri). Conviene? Ci sono responsabilità legate all’installazione di questi dispositivi fittizi?
Avvalendoci delle norme emesse dal Garante della privacy (Provvedimento generale sulla videosorveglianza dell’8 aprile 2010) cerchiamo di fare un po’ di chiarezza. Linkiamo a seguito il documento integrale dalla fonte ufficiale: Provvedimento in materia di videosorveglianza – 8 aprile 2010 [1712680]
I principi di legge ispiratori della materia riguardano:
La liceità, la necessità, la proporzionalità e la finalità.
La videosorveglianza si rende necessaria quando il titolare la adotta per aumentare la sicurezza all’interno o all’esterno della sua proprietà, fornendo anche ausilio al diritto di difesa con immagini su fatti illeciti. Da questo risulta evidente come non possa essere soggetto all’aumento della sicurezza per necessità e finalità, l’installazione di un impianto fittizio di telecamere. In conclusione o è necessario per aumentare la sicurezza nel luogo dell’installazione o non deve essere installato. Essendo finto è premesso che non aumenti la sicurezza, quindi non è legittimo.
In ogni caso sarebbe un impianto di videosorveglianza, indebito, ma lo sarebbe, poiché andrebbe in ogni caso a costituire ipotetico vincolo (superfluo e distorto) per il cittadino. Da ciò ne deriva l’obbligo di segnalarlo con apposita cartellonistica come definito nella normativa (art. 3, comma 1). In caso di un danno derivante da aggressione o furto presso uno spazio pubblico, il cittadino tenterebbe di avvalersi delle registrazioni per il risarcimento dei danni subiti. Oltre a non poter per ovvie ragioni reperire le immagini, sarà ancor più grave l’impossibilità da parte dell’autorità giudiziaria inquirente di utilizzare il finto impianto per reprimere reati gravi e per risalire agli autori del misfatto.
Non è finita qua. Se avete intenzione di installare un finto impianto di videosorveglianza nella vostra azienda sarà necessaria comunque l’autorizzazione preventiva dell’RSA, dell’Ufficio Provinciale del Lavoro o di tutti i dipendenti dell’azienda.
Lasciando la valutazione finale agli utenti, Digitec si sente in obbligo di consigliare l’installazione di un piccolo impianto di videosorveglianza a regola d’arte. Sarete tutelati realmente con un consistente aumento della sicurezza nella vostra azienda, supportati da un team che progetterà il vostro impianto e vi fornirà supporto 24 ore su 24, avrete tutte le documentazioni nel rispetto della privacy dei vostri dipendenti ai quali verrà garantita una maggiore sicurezza sul loro posto di lavoro e in caso di furti o reati presso la vostra proprietà sarà lecito il reperimento delle immagini da parte dell’autorità giudiziaria.
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